Un appello alla Croce Rossa

Giuseppe Amato

21-01-2015  

1990. Avevo 18 anni ed ero allievo della Scuola Sottoufficiali “Bastianini” della Marina Militare dell’isola della Maddalena, in Sardegna. Ero un giovane ragazzo di sana e robusta costituzione, obbligato ad addestrarsi per quindici ore al giorno. La mia vita era ordine e disciplina. Il mio corpo era un tempio, pulito senza alcun tatuaggio.

2008. Avevo 37 anni ed ero titolare di un’agenzia di security operante in Milano e provincia. Ero un uomo di 160 Kg, non godevo di ottima salute e conducevo una vita sregolata. Trattavo il mio corpo come se non fosse mio: avevo 49 tatuaggi, piercing e orecchini su entrambi i lobi. Facevo uso di droghe e alcol.

2015. Ho 43 anni e sono detenuto nel carcere di Opera da Marzo 2011. Peso 97 Kg, godo di ottima salute e tratto il mio corpo come fosse un tempio: non ho più piercing né orecchini e alcuni tatuaggi mi imbarazzano. Cerco di ricostruire l’uomo che nel corso degli anni ho devastato e ho un forte bisogno di impegnarmi.

Sono Giuseppe Amato, sono un membro del Gruppo della Trasgressione. Sette giorni fa ho saputo del progetto tra il Gruppo della Trasgressione, la Croce Rossa Italiana, il Rotary di Milano e le carceri di Opera e Bollate. Mi auguro che arrivi presto il tempo che mi permetta di soddisfare il mio bisogno attraverso questa intesa, per dare nuovamente spazio a quel giovane uomo che dal 1990 al 1994 ha salvato anche delle vite nelle missioni a lui assegnate.